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Fuori sede? Ecco come votare!

Quarto appuntamento dello speciale elezioni: un terribile vuoto democratico ancora incolmato…

foto da il Fatto Quotidiano

Se sei fuori sede per un qualsiasi motivo e vuoi esercitare quello che è un tuo dovere civico, il voto, queste poche righe fanno proprio al caso tuo!

Innanzitutto è bene ricordare che l’elettore vota nel proprio comune di residenza e precisamente nella sezione elettorale indicata nella tessera elettorale.

Non è possibile votare in un comune diverso da quello di residenza. Almeno non per le elezioni comunali, regionali, politiche ed europee.

Solo in caso di referendum, in quel caso si ha un unico collegio nazionale, è invece possibile, ma a determinate condizioni, votare in un comune diverso da quello di residenza.

Tra tre settimane, il 20 e il 21 Settembre, in uno strano election-day, si voterà anche e soprattutto per il referendum costituzionale confermativo delle modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari.

Questo il quesito:

Preliminarmente preferiamo occuparci delle modalità di voto, e in particolare di chi è fuori sede (per studio, per lavoro, per qualunque altro motivo) e comunque vuole manifestare il proprio voto.

In assenza di una norma specifica in materia, il legislatore non ha mai inteso — erroneamente — disciplinare il voto del cittadino che, a norma dell’art. 16 della Cost., circola e soggiorna liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, è necessario ricorrere a scappatoie che non risolvono il problema ma lo arginano.

Seguendo questa modalità, più che lecita!, a poter esercitare il diritto di voto da fuori sede sono comunque una ristretta minoranza. I posti, infatti, sono limitati. Si configura, quindi, un’astensione indotta dallo Stato in una menomazione del corpo elettorale che ben poco ha di democratico.

L’unico modo per votare in una città diversa da quella in cui si ha la residenza durante un Referendum è quello di farsi designare rappresentante di lista.

Il rappresentante di lista, inoltre, può assistere a tutte le operazioni relative al voto; è quindi una figura estremamente importante per il funzionamento democratico, che proprio nel voto trova la sua massima espressione.

I rappresentanti dei partiti o dei promotori:

a) hanno diritto di assistere a tutte le operazioni elettorali sedendo al tavolo del seggio o in prossimità;

b) possono votare nel seggio dove esercitano le funzioni di rappresentante, anche se iscritti in qualsiasi altra sezione del territorio nazionale;

c) possono far inserire sinteticamente nel verbale eventuali dichiarazioni;

d) possono apporre la loro firma: • sulle strisce di chiusura di ogni urna contenente le schede votate; • nel verbale del seggio e sui plichi contenenti gli atti della votazione e dello scrutinio; • sulle strisce adesive apposte alle finestre e alla porta di ingresso alla sala della votazione.

I partiti e gruppi politici presenti in Parlamento nazionale e i promotori di ciascuno dei referendum in contemporaneo svolgimento possono designare, presso ogni seggio, due propri rappresentanti, di cui uno effettivo e l’altro supplente.

Alle designazioni provvede una persona delegata dal partito o gruppo politico o da ciascun gruppo di promotori del referendum. Tale persona deve essere munita di mandato autenticato da notaio e conferito, rispettivamente, da almeno uno dei promotori di ciascun referendum o, per i partiti e gruppi politici, dal presidente o segretario o da altro organo o idonea figura organizzativa di livello provinciale o di livello territoriale superiore (cioè regionale o nazionale) o anche di livello parlamentare. Alle designazioni, ovviamente, i presidenti o segretari o altri organi nazionali o parlamentari dei partiti e i singoli promotori del referendum possono provvedere anche direttamente.

Le designazioni possono essere presentate entro il venerdì che precede la consultazione alla segreteria del comune che ne cura la trasmissione ai presidenti di seggio insieme alle carte e agli oggetti occorrenti per la votazione e lo scrutinio. Le designazioni possono essere presentate anche direttamente ai singoli presidenti di seggio il sabato pomeriggio, durante le operazioni di autenticazione delle schede, o la domenica mattina, prima che abbiano inizio le operazioni di voto.

Non c’è quindi tempo da perdere. I posti disponibili, purtroppo, sono pochi. Le sezioni elettorali in Italia, da Nord a Sud, sono circa 60.000. Quindi sono 120.000 i possibili rappresentanti.

Per chi non riesce a farsi designare rappresentante, purtroppo, le alternative sono ben poche.

Non resta che tornare al proprio comune di residenza, usufruendo delle agevolazioni relative ai trasporti per i biglietti di andata e ritorno. Ovvero non votare: un drammatico non-voto indotto dallo stesso Stato, un’astensione forzata che ben poco ha, come dicevamo, di democratico… Colmare il vuoto normativo in materia dev'essere una priorità!

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